Prima pagina Operazione “Piazza Pulita”: chieste condanne per 13 anni a Sassari

Operazione “Piazza Pulita”: chieste condanne per 13 anni a Sassari

Si tratta di un giro d’affari di circa 60mila euro al mese, frutto di un traffico intenso, fatto di almeno cento cessioni di dosi di eroina e cocaina ogni giorno

Richieste condanne fino a tredici anni e cinque mesi al gup di Sassari Sergio De Luca dalla pm Maria Paola Asara, che lo scorso anno aveva coordinato l’inchiesta “Piazza pulita II”.

Durante l’operazione, il Nucleo operativo radiomobile di Sassari aveva “ripulito” – da qui il nome – da una grossa attività di spaccio di droga una zona nevralgica della città, nel quartiere di Santa Maria di Pisa.

Nel 2023, erano state arrestate 14 persone dai carabinieri che, al termine delle indagini, avevano accertato un giro d’affari di circa 60mila euro al mese, frutto di un traffico intenso, fatto di almeno cento cessioni di dosi di eroina e cocaina ogni giorno, più o meno 260 grammi di droga smerciata alla settimana.

Come centrale dello spaccio era stato scelto un appartamento in via Leoncavallo, dove si appropinquavano residenti della città e dell’hinterland. A capo del traffico, una coppia di coniugi sassaresi che si era estesa in una grande fetta del mercato cittadino dello spaccio di droga.

In carcere a Bancali, con l’accusa di essere i due organizzatori del traffico gestito dall’interno della loro abitazione, erano finiti Costantino Oggianu, di 54 anni e sua moglie Emanuela Immacolata Delogu, di 47. E anche Samuele Cau, di 31 anni, Roberto Salis, di 43 anni, Roberto Giannichedda, di 56 anni, Simon Pietro Cicu, di 44 e Salvatore Piras, noto “Scheletro”, di 48 anni.

Per i primi quattro imputati la pm ha chiesto la pena più alta: 13 anni e 5 mesi di reclusione oltre al pagamento di 50mila euro di multa. Per Giannichedda 6 anni e 5 mesi, per Cicu sei anni e tre mesi e per Piras 5 anni e 4 mesi. Secondo l’accusa, tutti avrebbero partecipato attivamente allo smercio quotidiano di droga.

Agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, invece, erano finiti invece Antonio Spanu, noto “Mocassino”, di 35 anni, Graziano Achenza, di 48, Salvatore Giuseppe Giannichedda, di 45 e Nicola Chessa di 51 anni. Per loro la pm Asara ha chiesto rispettivamente 3 anni e 7 mesi, 3 anni e 6 mesi, 3 anni e un mese e 4 anni e 4 mesi. La misura dell’obbligo di dimora era stata invece disposta dal gip per Antonio Vincenzo Salaris noto “Pastasciutta”, di 35 anni, Michele Delogu noto “Pollicino”, di 38 anni e Antonella Fadda di 35 anni. Le pene richieste nei loro confronti sono rispettivamente di 4 anni e un mese per i primi due, e 2 anni e 9 mesi per Fadda. Nell’inchiesta della Procura erano poi entrati anche Sabrina Zedda (43 anni), Vincenzino Canu (di 40 anni) e Giuseppe Delogu (di 43). Per loro chieste condanne a un anno e 4 mesi e a 4 anni.

Nell’udienza di ieri hanno discusso anche gli avvocati difensori Carlo Foddai, Marco Palmieri, Paolo Spano, Claudio Mastandrea, Maurizio Serra, Luigi Conti, Tina Lunesu, Vilia Fiorillo e Vittorio Campus. Il giudice ha rinviato al 10 luglio per eventuali repliche e per la sentenza.

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