I “medici in affitto” come possibile soluzione alla carenza di personale in Sardegna.
Così la giunta regionale guidata da Alessandra Todde vorrebbe “tamponare” l’emergenza sanitaria in corso negli ospedali isolani, che si trovano in grave difficoltà a causa della mancanza di medici.
La notizia arriva in seguito alla pubblicazione da parte di Ares Sardegna di un bando per il reclutamento di figure professionali che svolgerebbero l’attività extra per l’arco di un anno in 10 ospedali dell’Isola, a 85 euro l’ora. La spesa prevista per l’operazione è di 6,5 milioni, che con le opzioni di estensione, i contributi e il quinto obbligatorio diventano 9,9 milioni.
La motivazione è da ricercare nella scadenza del contratto in vigore in estate, col rischio che si crei il caos totale negli ospedali sardi che dovranno fare i conti anche con l’arrivo dei turisti.
“La procedura deve essere stoppata subito”, dice Francesco Agus (Progressisti), fedele alla sua posizione contro la privatizzazione del sistema sanitario, anche ora che si trova schierato dalla parte della nuova giunta regionale.
A ciò si aggiunge l’allarme lanciato dal capogruppo FdI in Consiglio regionale, Paolo Truzzu, per il rischio chiusura dei presidi ospedalieri di Nuoro, Oristano, San Gavino e Carbonia. Da qui l’appello all’assessore regionale alla Sanità Bartolazzi. “È a rischio l’apertura dei pronto soccorso dell’Isola proprio durante l’estate”, dice Truzzu, con l’aumento degli accessi ai pronto soccorso che sono aumentati “in maniera vertiginosa” negli ultimi mesi, con il 20% in più dei tempi d’attesa. Questo, aggiunge Truzzu, “probabilmente a causa del ridotto filtro delle strutture territoriali per una preoccupante carenza di medici di base”.
In estate, il problema diventa esponenziale. “In molti pronto soccorso periferici dell’Isola – continua Truzzu – sarà impossibile garantire i turni, dovendo inevitabilmente consentire al personale medico e sanitario in genere di godere delle proprie ferie. Questo determinerà l’inevitabile chiusura e l’aumento del carico di lavoro sui presidi delle aree metropolitane, già in sofferenza, proprio nel periodo in cui la popolazione in Sardegna raddoppia. Tutto ciò rischia di tradursi non solo nell’impossibilità di garantire ai pazienti il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, ma anche in un inevitabile danno d’immagine per la Sardegna, col rischio di compromettere la stagione turistica”.
Di qui l’interrogazione all’assessore Bartolazzi: “Chiediamo – dice ancora Truzzu – di sapere quanto sia concreto il rischio di chiusura dei pronto soccorso di Nuoro, Oristano, San Gavino e Carbonia, di conoscere le azioni che verranno intraprese per scongiurare un simile disastro e per dotare i reparti ospedalieri di nuovo personale medico e paramedico”.
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