Voce del verbo “toddare”. Il neologismo è stato coniato ieri in un articolo firmato dal giornalista Salvatore Merlo e pubblicato sul Foglio, per indicare una vittoria.
Il riferimento, evidentemente, è alla neoeletta presidente della Sardegna Alessandra Todde, che viene schernita dal redattore del quotidiano nazionale, in una maniera che non è piaciuta a molti lettori e soprattutto lettrici.
A riprendere, però, l’articolo di Salvatore Merlo, c’è anche Paolo Maninchedda, professore ordinario di Filologia romanza all’Università di Cagliari, che nel suo blog aggiunge nuove “sfumature di significato” al neologismo in questione, acuendo la dura reazione dell’universo femminile.
Tra queste, la consigliera comunale di Cagliari e neoeletta in Consiglio regionale, Camilla Soru (PD), che commenta sui suoi social: “È l’ennesimo esempio di un blog violento, sessista e misogino, che offende Alessandra Todde e con lei tutte noi donne. A chi pensava di poterci umiliare e schiacciare così, la Sardegna ha risposto aprendo una pagina nuova che tutta Italia guarda con attenzione e speranza”. “Ancora una volta – aggiunge Soru – ci hanno sottovalutate, ancora una volta non ci hanno viste arrivare. Non permetteremo più che si possano usare parole grevi e offensive senza che la società si ribelli e isoli chi ancora pensa che la violenza possa essere derubricata ad ironia”.
Ma il post non è piaciuto nemmeno in ambiente accademico, da dove arriva la replica di Lilli Pruna, docente e ricercatrice nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Ateneo cagliaritano. “Mentre l’Italia è in sciopero – scrive sui suoi social – in questo 8 marzo 2024, per chiedere rispetto e uguaglianza per le donne, parità di opportunità e di diritti, personaggi come Merlo e Maninchedda contribuiscono a dimostrare con il loro piccolo e miserabile esempio qual è il senso delle lotte dell’8 marzo”.
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