Il tema dell’energia in Sardegna sta infuocando le diverse posizioni. Lo scontro ha navigato tra le piazze, i media, fino ad arrivare alla Regione Sardegna.
La giunta Todde, al momento, ha approvato una moratoria, una misura temporanea che cerca di porre un freno alla speculazione energetica in atto in diversi territori dell’isola.
Renato Soru e Progetto Sardegna hanno deciso di mettere a disposizione della politica e della popolazione sarda una proposta. Una nuova via, tutta sarda, per le rinnovabili.
“Riteniamo che paesaggio e urbanistica siano valori e competenze importanti, ma da soli non basteranno a bloccare il disastro. Occorre una nuova proposta, unitaria, coraggiosa e articolata che segni un vero cambiamento“ spiega l’ex presidente della Regione.
Ecco i diversi punti espressi da Soru, argomentati.
“1. approvare immediatamente una Delibera di Giunta ai sensi dell’art 8 della Legge Urbanistica Regionale (n. 45/1989) che imponga il blocco temporaneo (90 giorni) per ogni attività di costruzione dei mega impianti di produzione di energia da fonti rinnovabile. Compresi i nuovi impianti ma anche gli impianti in corso di realizzazione ma per i quali ‘non sia già stata una trasformazione irreversibile dei luoghi’. Si tratta di un provvedimento
2. accelerare l’approvazione del Ppr delle zone interne. A suo tempo la seconda parte del Ppr (il Piano delle aree interne), era di fatto già pronto. Non venne portato all’approvazione per le divergenze maturate nella maggioranza di centrosinistra e che portarono alle mie dimissioni anticipate di alcuni mesi. Si formi un gruppo di lavoro che con un impegno straordinario porti alla sua approvazione entro fine settembre, in modo che si ponga fine a questo vuoto legislativo.
3. approvare immediatamente il Pears, aggiornando il Piano approvato dalla Giunta Pigliaru e utilizzando il terzo monitoraggio già predisposto, dal gruppo di lavoro interno e dai consulenti esterni, fin dal marzo 2023. Approvare il piano significherebbe fornire in maniera trasparente dati certi all’intera comunità regionale e, soprattutto, permetterebbe di portare avanti con maggiori strumenti ed efficacia il necessario confronto con lo Stato.
4. Una nuova Legge Regionale, o la modifica di quella recentemente approvata, che sia in grado di spiegare le nostre ragioni al Governo Nazionale affinché riveda le proprie posizioni. E, qualora il Governo Meloni non intenda negoziare, fornisca i presupposti giuridici affinché la Corte Costituzionale riveda gli orientamenti finora espressi. La Legge Regionale dovrà contenere, almeno i seguenti punti:
a. una riserva per pubblica utilità, ai sensi dell’art. 43 della Costituzione, di una quota di 3 GWp, da sottrarre all’impresa privata ma e mettere a disposizione delle auspicate iniziative di comunità energetiche locali o territoriali, oltre che all’iniziativa d un’Agenzia Sarda per l’energia rinnovabile che miri al soddisfacimento delle necessità dell’intera Pubblica Amministrazione regionale e locale.
b. Una norma di imposizione fiscale di scopo, le cui risorse andranno destinate alla tutela paesaggistica e ambientale. Occorre anche riflettere sulla natura di Bene Comune del sole e del vento e di come il loro utilizzo per la produzione di energia, specie in un’isola e quindi con tutti i limiti evidenti all’esportazione dell’energia prodotta, debba essere considerato una risorsa scarsa e come tale le quote di utilizzo a messe a gara e compensate economicamente. (Né più e né meno di quanto si è fatto anche recentemente per la concessione delle frequenze 5G) ;
c. il testo di una proposta di nuova Norma di Attuazione dello Statuto che regoli la suddivisione delle competenze in materia di produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili, che la Giunta dovrà portare immediatamente al centro del confronto con lo Stato per la sua approvazione. Tra le altre cose, essa dovrà prevedere la competenza della Regione a:
i. stabilire di concerto col Governo la quota di produzione da FER da assegnare alla Sardegna in virtù dei propri fabbisogni e della condivisione degli obblighi Europei;
ii. decidere autonomamente la localizzazione degli impianti;
iii. provvedere al rilascio delle autorizzazioni o concessioni.
d. Alcune norme stralcio della auspicata nuova Legge Urbanistica Regionale che regolino i diversi aspetti della realizzazione degli quali l’uso dei suoli, distanze, modalità costruttive, garanzie di ripristino etc.”
Infine un invito alla presidente Alessandra Todde.
“Nell’interesse della Sardegna, credo sia arrivata l’ora invece di iniziare ad ascoltarci senza pregiudizi, trovare il buono e il giusto negli argomenti di ciascuno di noi, trovare finalmente una posizione comune, solida, argomentata con cui portare avanti e tutti insieme vincere questa fondamentale battaglia”.
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