Prima pagina Alluvione di Olbia: la Cassazione riscrive la storia del tragico evento

Alluvione di Olbia: la Cassazione riscrive la storia del tragico evento

Per i giudici la responsabilità civile del tragico evento è in capo al sindaco di Olbia, all’epoca dei fatti Gianni Giovannelli, e alla amministrazione comunale

La Cassazione riscrive la storia giudiziaria sull’alluvione di Olbia del 2013, in cui morirono sei persone. 

I giudici dell’ultima istanza, infatti, fissano alcuni punti che riguardano sia i contenuti della decisione del Tribunale di Tempio – che aveva deciso per l’assoluzione di tutti gli imputati dall’accusa di omicidio colposo plurimo -, sia il pronunciamento della Corte di Appello di Sassari – che aveva chiesto la condanna del sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli e dei dirigenti comunali, Giuseppe Budroni e Antonello Zanda.

Secondo la Cassazione, il reato era già prescritto nel maggio del 2022, quindi i giudici di secondo grado avrebbero dovuto prendere atto della estinzione delle contestazioni. Ma i magistrati della Corte Suprema non si fermano qui ed entrano anche nel merito del caso per quanto riguarda gli aspetti della responsabilità civile.

Quest’utlima sarebbe in capo al sindaco di Olbia, all’epoca dei fatti Gianni Giovannelli, e alla amministrazione comunale, in quanto, non venne adottata “nessuna delle stringenti procedure che il Piano di protezione comunale, seppure lacunoso, imponeva di attivare (in primo luogo la convocazione del COC, quale organismo in cui venivano concentrate tutte le componenti degli uffici responsabili in chiave prevenzionistica) ma, soprattutto, non venne adottata alcuna utile misura di prevenzione e di salvaguardia, pure previste dal Piano, a partire dall’informazione alla popolazione, se non il monitoraggio a macchia di leopardo dei rivi e dei canali”.

Sulle posizioni dei dirigenti comunali, Giuseppe Budroni e Antonello Zanda, la Cassazione stabilisce che non avrebbero dovuto essere chiamati in causa per il disastro: il primo perché non era il titolare principale delle funzioni di Protezione Civile e non aveva potere decisionale, che erano del suo dirigente; il secondo, perché non c’è alcuna prova scientifica del nesso tra la presunta mancanza di pulizia dei canali di Olbia e la maggiore invasività dell’esondazione.

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