La provincia di Oristano ha presentato il “Piano operativo di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiale nella provincia di Oristano 2023-2026”, approvato con decreto dall’assessorato regionale dell’Ambiente. Sono stati già selezionati gli operatori incaricati degli abbattimenti reclutati tra i cacciatori. Si apre anche un altro fronte con un piano analogo al Parco di Porto Conte. Le doppiette come soluzione unica nel rapporto uomo-selvatici.
“Eticamente questo non è più accettabile dalla stragrande maggioranza dei cittadini nel 2024, contrari alla caccia e consapevolmente anche all’adozione di questo tipo di soluzioni cruente da parte delle amministrazioni nei confronti degli animali”. Questa la nota dell’associazione animalista Lav Sardegna.
“Molti abitanti del Sinis – prosegue la nota – hanno già manifestato la loro contrarietà a questo progetto. Preoccupa anche il ricorso previsto nel piano agli abbattimenti effettuati in notturna e la possibilità di sparare in zone abitate. Il pericolo di incidenti che mettono a rischio l’incolumità delle persone è evidente. In Sardegna nella stagione 2023-24 in incidenti di caccia sono state ferite 5 persone e sono morti un cacciatore e un non cacciatore (fonte AVC)”.
“A tutti gli animali va riconosciuto il diritto alla vita, i cinghiali sono esseri senzienti intelligenti con relazioni affettive, un’organizzazione sociale, la voglia di vivere liberi e la capacità di soffrire, così come noi. Sono una specie demonizzata, capro espiatorio a cui vengono attribuiti danni causati dall’uomo e l’antropizzazione delle aree boschive, alimentando paure infondate e costruendo allarmi mediatici col plauso del mondo venatorio” dichiara Roberto Corona, responsabile Lav Cagliari.
“Non attaccano le persone – prosegue la nota dell’associazione animalista – come si favoleggia e gli incidenti stradali che li vedono coinvolti raggiungono il loro picco nella stagione venatoria, attività che disperde gli individui in cerca di salvezza. I danni all’agricoltura imputati ai cinghiali non sempre attribuibili a loro, sono stimati per la provincia di Oristano in circa 40mila euro annue. Non esiste un censimento della popolazione attuale, a fronte di una presenza sempre esistita”.
Da parte sua, l’associazione ambientalista chiede alla Provincia, alla Regione ed alla neoeletta presidente, Alessandra Todde, di “bloccare la messa in atto di questo piano e di altre eradicazioni, rivedendo le politiche di gestione della fauna selvatica”.
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