Prima pagina Allarme violenza nelle strutture sanitarie, in Sardegna 138 episodi nel 2023

Allarme violenza nelle strutture sanitarie, in Sardegna 138 episodi nel 2023

Nell'Aou di Sassari è nata un'iniziativa per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'emergenza ormai diventata di portata nazionale

Preoccupano i dati a disposizione della struttura Qualità, Clinical governance e Risk Management dell’Aou di Sassari che raccoglie le segnalazioni da parte dei sanitari dei vari reparti aziendali. Nel 2023, infatti, hanno subito un’aggressione con minacce 19 operatori sanitari, 18 di questi in Pronto soccorso. E ancora, 14 sono donne, 15 sono infermieri, 3 medici e 1 Oss.

Numeri che si sommano a quelli gravissimi denunciati dal Ministero della Salute relativi alla Sardegna. 138 gli episodi di violenza commessi nel 2023 in tutta l’Isola, per un totale di 199 lavoratori coinvolti, di cui 139 donne e 60 uomini.

“Non c’è un reparto esente da questo tipo di episodi, perché segnalazioni, oggi come in passato, sono arrivate anche da reparti di area Medica” afferma il direttore del Risk Management Roberto Foddanu. “Vero è che esistono aree sensibili, nelle quali il rischio che questi eventi si verifichino è più elevato che in altre, in ospedale prevalentemente in Pronto soccorso e in Psichiatria, sul territorio la Medicina generale e le Guardie mediche”.

I dati sono stati pubblicati oggi, in una data simbolica che celebra la giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. E in relazione al fenomeno gli operatori del Pronto soccorso hanno realizzato un video e una locandina per sensibilizzare sul tema. Il progetto è coordinato da Valeria Piriottu, regia e grafica Vittorio Dessole, protagoniste nelle immagini sono Laura Virdis, Elisabetta Vinci ed Elisa Peruzzu.

“Il Pronto soccorso rappresenta un contesto particolarmente rischioso” sottolinea il direttore del Pronto soccorso Paolo Pinna Parpaglia. “Episodi che non possono essere tollerati. Gli operatori sanitari dovrebbero essere visti come professionisti che quotidianamente lavorano per il benessere della comunità e quindi meritano rispetto”.

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