“La campagna elettorale diventa sempre più spregiudicata, caratterizzata da notizie distorte e addirittura false, con l’unico scopo di ingannare gli elettori e rubacchiare qualche voto. In questi ultimi giorni, pur di indirizzare la scelta degli elettori verso un falso ‘voto utile’, hanno iniziato a girare sulle chat o sui social diversi sondaggi falsi”. Così l’ex presidente della Regione, Renato Soru, candidato della Coalizione sarda alle prossime elezioni regionali.
“Ieri – scrive Soru sui suoi social – è accaduto che un sondaggio sia stato fatto circolare, in modo maldestro, da qualcuno che si è reso rintracciabile dimenticandosi di cancellare il proprio nome dai metadati del file. Sempre ieri è stata la volta di un altro sondaggio via web, condotto con una modalità totalmente inaffidabile, un questionario raggiungibile via link o dai social, senza alcuna base scientifica o empirica e aperto al voto multiplo da parte della stessa persona. È stato spacciato invece per attendibile, almeno quanto un normale sondaggio di opinione quali siamo abituati a trovare nei giornali o in tv”.
“Per di più – aggiunge il candidato della Coalizione sarda -, andando a trovare gli autori di questo sondaggio, è emerso che si tratta di una srl fondata il 25 gennaio di quest’anno e registrata al registro imprese ieri 5 febbraio, poche ore prima di diffondere il sondaggio. La cosa fa nascere più di un interrogativo, circa la volontà di voler inquinare il dibattito politico e la libera scelta degli elettori”. “Questi comportamenti sono del tutto inaccettabili e da ora in avanti, per questo, perseguiremo legalmente chiunque abbia diffuso o continuerà a diffondere sondaggi falsi, al fine di turbare il normale andamento della competizione elettorale”, ha concluso Soru.
Immediata la replica dell’ad di Bidimedia, Mauro De Donatis, tra gli enti che hanno pubblicato i primi sondaggi sulle intenzioni di voti degli elettori sardi. “Siamo sul campo da praticamente un decennio, se non più – scrive a commento del post di Soru -. Semplicemente abbiamo cambiato forma societaria. Le può non piacere il risultato, ci mancherebbe, però cerchiamo di non mettere sullo stesso piano slide anonime fatte circolare da non si sa bene chi (ne abbiamo visti due di sondaggi con la stessa grafica ma con risultati molto, molto diversi, entrambi senza fonte), con chi invece lavora in ambito sondaggistico da tanto tempo”.
“Può non credere nel risultato – continua De Donatis -, anzi fa bene, un candidato alle elezioni deve sempre puntare a vincere, ma non bolli come non affidabile un sondaggio con metodologia usata ormai da tantissimo tempo con ottimi risultati”.
“Sì, è vero, si poteva, con qualche accorgimento, rispondere al sondaggio più volte, ma questo significava solo aver superato il primo, piccolo scoglio. Poi esistono milioni di sistemi di controllo, tra cui il più banale è l’analisi dell’IP, e di ponderazione, che ci hanno sempre permesso di fare sondaggi con risultati comparabili, se non migliori, della maggior parte dei colleghi sondaggisti”, conclude l’ad di Bidimedia.
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