Sassari Fondi Chiesa finiti in una cooperativa: rinvio a giudizio per Antonino Becciu

Fondi Chiesa finiti in una cooperativa: rinvio a giudizio per Antonino Becciu

In totale ci sono 9 imputati tra cui Antonino Becciu, fratello del cardinale, e il vescovo di Ozieri Corrado Melis. La Santa sede e la Cei però hanno deciso di non costituirsi parte civile

(Crediti foto: Ansa)

Il Pm Caria ha chiesto il rinvio a giudizio per gli imputati Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo Becciu, Corrado Melis, vescovo di Ozieri e altre sette persone. Tutti loro sono stati infatti accusati di aver fatto confluire 2 milioni di euro dei fondi 8 per mille destinati alla diocesi di Ozieri nella cooperativa sociale “Spes”.

Intanto, la Conferenza Episcopale Italiana e il Vaticano hanno rinunciato a costituirsi parte civile nel procedimento in corso al tribunale di Sassari. I reati contestati sono quelli di peculato e riciclaggio di denaro.

Questa mattina si è tenuta un’udienza davanti al Gup in cui alcuni avvocati difensori hanno sollevato delle eccezioni di cui tener conto. La risposta del giudice però arriverà nella prossima udienza, fissata per il 20 novembre.

Tali eccezioni della difesa riguardano i capi di imputazione, tra cui il contrasto con l’articolo 7 del concordato con lo Stato Vaticano e con l’articolo 7 della Costituzione, nonché la riconoscibilità della sentenza del tribunale vaticano del 15 dicembre 2023 con cui il cardinale Angelo Becciu è stato condannato a 5 anni e 6 mesi.

“Il fatto che né la Santa Sede, né la Cei si siano costituite parti civili in questo procedimento, significa evidentemente che ritengono di non essere state danneggiate dalle azioni contestate agli imputati” ha sottolineato l’avvocato Iai al termine dell’udienza.

Il legale sta assistendo nel processo il vescovo Melis, il direttore della Caritas don Mario Curzu, i parroci di San Francesco e di San Nicola, don Roberto Arcadu e don Francesco Ledda.

“Il vescovo e i sacerdoti – ha poi aggiunto il legale – vivono questa esperienza come una prova, cristianamente, ma anche come un’ingiustizia. Però, confidando nell’aiuto del Signore vanno avanti e sperano che prima o poi la vicenda si risolva con il loro completo proscioglimento dalle accuse”.

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