Il figlio 14enne di Roberto Gleboni si è finto morto per sfuggire alla furia del padre. Lo ha raccontato il ragazzino alle forze dell’ordine e agli operatori sanitari giunti sul luogo della strage a Nuoro.
“A casa stamattina urlavano tutti” ha aggiunto. È stato ferito da uno sparo che lo ha colpito di striscio. Cosciente di quanto stesse accadendo, è caduto a terra e ha finto di essere morto. Si è rialzato poco dopo, una volta arrivati i carabinieri. Il silenzio in casa, surreale.
Il giovane è stato operato al San Francesco di Nuoro: i chirurghi dell’Otorinolaringoiatria che gli hanno rimosso alcune schegge dalla mandibola. Quando le sue condizioni di salute lo consentiranno, sarà sentito dagli inquirenti in modalità protetta e col supporto di un tutore e di uno psicologo.
La strage rimane ancora senza un movente. Le sue parole potrebbero aiutare a dipanare una matassa giudiziaria che attualmente si presenta impenetrabile. Ma le parole dette ai carabinieri potrebbero far pensare a una lite in famiglia nei momenti che hanno preceduto la tragedia.
Intanto anche i vicini stanno cominciando a raccontare il killer. Un uomo ha raccontato che “aveva problemi nel condominio, ha avuto reazioni sproporzionate per cose banali e faceva dei dispetti sui contenitori della raccolta differenziata. Era strano”.
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