L'Intervista Marco Bittuleri, dall’Ogliastra al mondo con le “case blu”

Marco Bittuleri, dall’Ogliastra al mondo con le “case blu”

Quella di Bittuleri è la storia di un uomo che ha saputo trasformare la sua passione in una missione di vita, prendendo ispirazione dal suo territorio

Quella di Marco Bittuleri è la storia di un giovane nato ad Arzana, tra le montagne dell’Ogliastra. Quella di un uomo, oggi, che ha saputo trasformare la sua passione in una missione di vita prendendo ispirazione dal suo territorio.

Marco Bittuleri è questo: nato da famiglia umile, l’ultimo di cinque figli, ha vissuto un’infanzia protetta dai fratelli e a stretto contatto con la realtà dura del mondo degli adulti. “Sono stato un bambino corazzato dai fratelli e sempre a contatto con persone più grandi” ricorda. La scuola non è mai stata il suo forte: “Le regole non mi sono mai piaciute, detestavo fare cose che non mi piacevano,” dice, rivelando un carattere già irrequieto e ribelle.

La svolta nella sua vita arriva con la perdita del padre, proprio prima dell’esame di licenza media, “un momento significativo nel mio percorso di vita”. Da quel momento, la sua ribellione si unisce a una rabbia profonda verso la vita. Tuttavia, trova uno sbocco creativo nell’iscriversi al Tecnico per geometri di Lanusei, dove finalmente qualcosa lo appassiona, una materia, un tema. Con tenacia riesce a diplomarsi, anche se il percorso non è semplice.

Non prosegue con l’università: “Ho sempre ritenuto di non essere portato per lo studio, non mi appassionava.” Il lavoro è la sua vera passione, e presto scopre il mondo della progettazione industriale applicata all’edilizia. “Leggendo riviste del settore dell’architettura, venni a conoscenza delle case prefabbricate in legno… L’idea di standardizzare, progettare e realizzare una casa fatta con materiali salubri mi affascinava moltissimo.”

È da questa passione che nasce Bluehouse, un progetto che non è solo un’idea imprenditoriale, ma una vera e propria vocazione. Nasce ispirandosi anche alla Blue Zone ogliastrina, famosa per la longevità dei suoi abitanti. “L’esigenza è dare un’identità alla casa” spiega, sottolineando l’importanza di costruire abitazioni con materiali selezionati per la loro salubrità e sostenibilità. “Una seconda pelle che soddisfa uno dei bisogni primari per la sopravvivenza umana.”

Le case sono un mix di bellezza estetica e la leggerezza della struttura, al tempo stesso sostenibili, limitando le emissioni inquinanti nel pianeta. Tutto questo grazie ai prodotti della terra, dello studio del territorio, del comfort abitativo e del saper fare. Innovazione, contemporaneità e sostenibilità partendo da un elemento sacro come il legno, riabilitato per i tempi moderni, ma da altri elementi naturali.

Le difficoltà nel percorso non sono mancate, ma il suo spirito pionieristico ha prevalso. “La diffidenza e il pregiudizio,” ricorda, sono stati i principali avversari. Ma nel 2018, cambia tutto: “Ho vinto il primo premio nazionale Ecomondo a Rimini. Grazie a quel premio, anche chi ci conosceva ha capito che forse pazzo pazzo non fossi.”

Tra pazzia e errori, riconoscimenti e passaggi difficili, Marco e la sua Bluehouse oggi sono una realtà che cammina. “Il mio obiettivo è riuscire a esportare il mio credo oltremare,” afferma, con uno spazio espositivo pronto ad aprire nel cuore di Milano.

La Sardegna può essere un ponte verso tante soddisfazioni, non solo un limite. Ci vuol coraggio e tenacia. La storia di Marco è un invito a seguire le proprie passioni, a non arrendersi, e a credere nelle proprie idee, anche quando il mondo sembra remare contro. “Prima di tutto bisogna coltivare una passione,” consiglia ai giovani, “qualsiasi idea che ti appassiona può diventare una ragione di vita.”

Nicola Montisci

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