Cagliari “Sud Sardegna bello e ignorato”, dice il New York Times

“Sud Sardegna bello e ignorato”, dice il New York Times

Secondo la giornalista Laura Rysman, “la gente del posto spera di evitare la folla che soffoca tante altre destinazioni italiane"

Il New York Times ha pubblicato un articolo dedicato alla Sardegna a firma della giornalista Laura Rysman. Che ad aprile ha compiuto un viaggio nell’isola alla scoperta delle peculiarità del sud.

“Mentre i viaggiatori scoprono il fascino mediterraneo di questa regione insulare, con le sue spiagge idilliache e la vivace capitale, la gente del posto spera di evitare la folla che soffoca tante altre destinazioni italiane” scrive.

La scoperta dell’Isola da parte del Nyt prende avvio dal capoluogo – “piccola capitale del Mediterraneo” ma anche “una città che appartiene ai suoi residenti a differenza di Firenze, Venezia o altre città brulicanti di turisti” – con la “stravagante” festa tradizionale di Sant’Efisio, per poi immergersi nei vicoli del quartiere Marina, davanti al porto, per assaggiare piatti tipici a base di pesce e asparagi selvatici. La giornalista chiacchera coi ristoratori che guardano con fiducia al nuovo corso politico in Regione e a Cagliari – oggi guidate da Alessandra Todde e Massimo Zedda – soprattutto per facilitare “l’apertura di piccole imprese, per i giovani e gli immigrati, regolamentare gli affitti per le vacanze e aumentare l’offerta culturale, attirando così i turisti anche oltre i mesi estivi”.

E se anche l’offerta culturale, “rispetto ad altre città può sembrare più limitata”, il Nyt sottolinea la presenza del Museo Archeologico con la sua “fantastica collezione di antichi manufatti nuragici, fenici, romani” e gli “arcieri nuragici scolpiti nella pietra, conosciuti come i Giganti di Mont’e. Prama”. Ma cita anche il Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola a San Sperate, la reggia nuragica di Barumini e, sul versante ambientale, i fenicotteri rosa nell’area umida di Cagliari, nel parco della Giara con i suoi “ultimi cavalli selvaggi d’Europa” e l’altipiano di sugherete.
Anche qui il turismo lento emerge con la visita a un caseificio con annessa guesthouse e la scoperta del lavoro degli artigiani locali. Poi nel Sulcis con il “tentativo di trasformare un territorio ora svuotato dall’industria mineraria in un territorio naturale” e con “il parco circostante diventato parte del sentiero escursionistico di Santa Barbara”.

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