Città Metropolitana Caporalato a Monastir, imprenditore arrestato: migranti sfruttati e pagati in nero

Caporalato a Monastir, imprenditore arrestato: migranti sfruttati e pagati in nero

Un imprenditore di 39 anni è stato arrestato per aver sfruttato nei campi con paghe misere e in nero dei migranti richiedenti asilo

Operazione volta al contrasto del caporalato quella portata a termine ieri dalla Polizia di Stato, unitamente al personale dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Cagliari-Oristano. In arresto, in flagranza per l’ipotesi di reato di sfruttamento del lavoro, un imprenditore titolare di un azienda agricola di Monastir, il quale avrebbe impiegato in condizioni di sfruttamento cittadini originari della zona subsahariana, alcuni dei quali ospiti chiedenti asilo del centro di accoglienza di Monastir.

L’indagine ha avuto origine da una segnalazione pervenuta nei giorni scorsi agli Ispettori del Lavoro della sede provinciale di Cagliari. È da qui che i poliziotti avrebbero avuto i primi riscontri, riguardanti alcune presunte anomalie su determinate assunzioni che venivano effettuate dal titolare di un’azienda agricola, senza segnalare le dovute retribuzioni e di conseguenza senza versare i previsti contributi previdenziali. Alcuni di questi braccianti, stranieri richiedenti asilo, non avrebbero avuto nemmeno i requisiti base per poter essere impiegati, considerando anche che, per il loro status e la loro provenienza, versavano in uno stato di costante bisogno e vulnerabilità.

La Sezione Criminalità Diffusa e Straniera della Squadra Mobile, interessata della vicenda dall’Ispettorato del Lavoro, ha avviato in tempi brevi un’attività congiunta, assumendo informazioni anche dagli stranieri impiegati che man mano venivano identificati, dalle quali sarebbero emerse le condizioni di sfruttamento: impiego giornaliero di 8/10 ore con una breve pausa per il pranzo che il lavoratore portava autonomamente, come anche l’acqua per bere; assenza di materiale di protezione individuale e locali adeguati per le pause; retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi a livello nazionale e comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato (paga esigua in busta e retribuzione delle restanti spettanze a 5 euro l’ora ed in nero).

Nella prima mattina del 26 luglio, gli investigatori della Squadra Mobile, insieme al personale dell’Ispettorato del Lavoro, hanno fatto accesso presso i terreni di proprietà dell’indagato, rilevando la presenza di 5 braccianti intenti a lavorare nel campo di ortaggi.

Il titolare dell’azienda, un cagliaritano di 39 anni, anch’egli presente sul posto, è stato tratto in arresto per l’ipotesi di reato di sfruttamento di lavoro ed è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari. A Seguito dell’udienza, l’arresto è stato convalidato con l’applicazione della misura dell’obbligo di firma.

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