Nuoro Lanusei, 83enne muore e dona il fegato: un malato sardo potrà salvarsi

Lanusei, 83enne muore e dona il fegato: un malato sardo potrà salvarsi

Grazie al gesto di profondo altruismo di un 83enne e della sua famiglia, un altro malato in attesa di trapianto potrà sopravvivere

Grande gesto di altruismo all’ospedale di Lanusei. Un uomo di 83 anni era arrivato nei giorni scorsi al Nostra Signora della Mercede in condizioni gravi e, dopo l’accertamento della morte encefalica avvenuto intorno alle 16 di ieri pomeriggio, la famiglia ha deciso di dare il via libera al prelievo del fegato. Grazie alla sensibilità e all’altruismo dei familiari dell’uomo, l’organo verrà donato ad un malato sardo in attesa di trapianto.

Dopo il via libera della famiglia per la donazione del fegato, nella prima mattina di oggi, l’équipe chirurgica proveniente dall’ospedale Brotzu di Cagliari, diretta dal dottor Fausto Zamboni del Centro trapianti di fegato, ha raggiunto Lanusei. Il gruppo di medici cagliaritani è stato coadiuvato nel delicato intervento di prelievo da un’équipe multidisciplinare dell’ospedale di Lanusei, composta dal chirurgo dottor Gian Pietro Gusai e da una squadra di anestesisti, strumentisti e infermieri di anestesia. Ora l’organo verrà portato nel capoluogo sardo, dove ad attenderlo c’è un malato pronto a riceverlo ed a riniziare una nuova vita.

“Per il buon esito di questa delicata operazione è stato importantissimo il supporto ricevuto dalle direzioni aziendali della Asl di Sassari e della Asl di Nuoro che hanno messo a disposizione i loro professionisti” sottolinea Andrea Marras, direttore generale della Asl Ogliastra.

“Il successo di questo processo non sarebbe stato possibile senza il perfetto coordinamento dei diversi servizi e reparti ospedalieri” evidenzia Francesco Loddo, direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Lanusei.

Il direttore generale della Asl Ogliastra, infine, rivolge il proprio cordoglio e il proprio ringraziamento ai familiari: “In un momento di sofferenza e difficoltà hanno trovato la forza, nell’altruismo e nell’amore per la vita, di autorizzare il prelievo, rendendo possibile ad un’altra persona di riaccendere la speranza per un’esistenza migliore”.

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