Regione Siccità, Copagri Sardegna: “Rischio di chiudere i battenti”

Siccità, Copagri Sardegna: “Rischio di chiudere i battenti”

Il presidente Patteri si appella alla politica regionale: "Si rispolverino misure del passato, come i voucher per l’acquisto di mangimi e foraggi o il credito di emergenza"

“Si aggrava in tutta l’Isola la situazione di forte siccità che da tempo sta colpendo la parte orientale della Gallura, senza contare le zone del medio e basso Campidano, Sulcis Iglesiente, Nurra, Baronia, Barbagia, Ogliastra e Sarrabus, dove le aziende agricole e zootecniche sono in grandissima difficoltà, vista la pressoché totale assenza di piogge che va avanti da mesi e che contribuisce significativamente alla scarsa quantità d’acqua negli invasi”. Lo sottolinea il presidente di Copagri Sardegna, Giuseppe Patteri, secondo il quale sul primario si sta abbattendo una vera “tempesta perfetta”.

“Sono migliaia, infatti, i produttori agricoli che non riescono a irrigare le colture, con problematiche particolarmente avvertite per le coltivazioni ortofrutticole in campo e da serra e col sempre più concreto rischio di dover chiudere definitivamente i battenti, visto l’ingente incremento dei costi sostenuti, in particolare per le tante aziende costrette a ricorrere al trasporto di acqua per il bestiame e l’utilizzo aziendale”, rimarca il presidente, secondo il quale “il problema, oltre che economico, è anche di natura sociale, viste le evidenti ricadute che la scomparsa del tessuto produttivo agricolo avrebbe sulla collettività”.

Per questo, continua il presidente di Copagri Sardegna, “lanciamo un accorato appello alla politica regionale, affinché si attivi quanto prima per scongiurare danni irreparabili all’agricoltura isolana”, invitando a “rispolverare alcune ricette del passato, quali i voucher per l’acquisto di mangimi e foraggi o la possibilità perle aziende agricole in difficoltà di usufruire di un credito di emergenza, a medio termine e a tasso zero, così da coprire i costi correnti e tutelare il reddito di base dei produttori agricoli”.

“Oltre a questi interventi, bisogna mettere immediatamente in atto dei progetti strutturali atti a garantire il maggior approvvigionamento di acqua negli invasi, a ripristinare le linee di mandata dell’acqua nei territori, a garantire l’interconnessione tra bacini, a completare i progetti di nuovi bacini, fermi da decenni, e a promuovere concretamente delle modalità di risparmio e di ottimizzazione nell’utilizzo del bene acqua”, conclude Patteri.

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