L'Intervista Comandini: “Il Pd è il Kingmaker del centrosinistra sardo”

Comandini: “Il Pd è il Kingmaker del centrosinistra sardo”

Un anno dopo il Congresso, Piero Comandini è un leader soddisfatto. Il centrosinistra è riuscito a vincere le più importanti competizioni elettorali

Un anno dopo il Congresso, Piero Comandini è un leader soddisfatto. Il centrosinistra è riuscito a vincere le più importanti competizioni elettorali e il Pd si è imposto ancora una volta come il partito più incisivo in Sardegna.

Il segretario regionale può rivendicare una linea vincente, che ha consentito un maggior lavoro di squadra e di unione all’interno della coalizione. Così oggi il Partito Democratico si trova in una posizione da garante, da regista: i risultati recenti sono stati significativi.

Partiamo dalle origini: poco più di un anno fa lei diventava segretario regionale del Pd. Dopo così tanti mesi, qual è il bilancio che si sente di fare?

Positivo per la mia comunità democratica. Che in questi mesi ha trovato una coesione e una unità forte. Che ci ha permesso di ricostruire il partito in tutti i territori e investire e valorizzare tantissime donne giovani che sono presenti. Il Pd c’è, è cresciuto, in termini di dirigenti, di iscritti. Sono estremamente contento. Sia alle Regionali che alle Comunali ha prevalso la linea del Partito Democratico e del Campo Largo, con un grande investimento sulla candidata dei 5 Stelle e sui candidati di Progressisti e Avs, oltre che Pd. Questo ci ha portato a vincere, lo sottolineo, al primo turno alle amministrative a Cagliari, Sassari, Alghero e Sinnai. Dal congresso a oggi, il bilancio è molto positivo.

Il Pd è il Kingmaker del centrosinistra sardo?

Si, ci sta. Abbiamo voluto dimostrare coi fatti che è più importante il Noi, il progetto politico, che la difesa di una identità forte come quella del Partito Democratico che però non è autosufficiente. Per noi l’importante è la regia. Questo lo hanno capito benissimo anche gli elettori. In Sardegna alle Europee non siamo stati primi per un soffio. Siamo il primo partito alle comunali e alle regionali. A noi interessa la squadra.

Quando si pensa al Pd, si pensa ad un gruppo di voti che vengono da lontano. Avete lavorato per aumentare quel bacino elettorale?

Non c’è stato solo un lavoro. Oggi c’è una nuova classe dirigente. Non dimentichiamoci che a livello nazionale la leader del Partito Democratico è Elly Schlein. Che con forza, capacità, coraggio, ha rimesso al centro della nostra agenda politica i temi più cari della sinistra: dal salario minimo garantito ai diritti civili, dai temi ecologici alla coesione del nostro paese. Anche il lavoro di Elly in questo anno ha portato a questi risultati positivi. Il Pd ha di nuovo una impronta forte sui diritti, sul lavoro, sulla salute, sulla transizione energetica e ambientale. È il lavoro della nostra segretaria che cerchiamo di interpretare al meglio a livello territoriale.

Si aspettava un Pd al 24% a livello nazionale?

In Sardegna lo vedo e lo tocco con mano parlando con la gente, girando. A livello nazionale è stato sicuramente un risultato molto importante e per alcuni tratti anche inaspettato. Ma devo dire premiante per la politica della segretaria, per le candidature forti e autorevoli (penso a Decaro, Bonaccini, Strada). Era un risultato prevedibile e come dice Elly “non ci hanno visto arrivare” e io aggiungo “non ci fermiamo qui”. Abbiamo messo una classe dirigente forte. Che viene premiata dall’elettorato e dalla gente. Per questo andiamo avanti.

Nonostante la vittoria al Congresso, in tanti si aspettavano un suo flop. Oggi ha qualche sassolino da levarsi?

No, non mi tolgo i sassolini (ride, nda). Anzi continuo a tenere le scarpe da tennis, quindi a girare e a parlare con le persone. Anche nel mio ruolo attuale.

Nei prossimi mesi, cosa vuole raggiungere il Pd? Qual è il focus futuro?

Auspichiamo di essere protagonisti del cambiamento in Sardegna. Sia per quanto riguarda il diritto alla salute garantito a tutti, sia per il diritto all’istruzione che è fondamentale per renderla la vera risorsa per i nostri giovani, sia per una transizione ecologica che non sia un assalto con pale e pannelli, e infine garantire un futuro per i nostri giovani, che rimangano in Sardegna. Così che questa bellissima isola possa essere ripopolata attraverso la fiducia, i diritti e le libertà.

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