Nella giornata di ieri, i dirigenti regionali di Sinistra Futura hanno incontrato gli esponenti del Comitato scientifico per l’insularità in Costituzione.
“Alla luce del sempre più selvaggio assalto al patrimonio paesaggistico, ambientale, storico e culturale della Sardegna da parte dei ‘faccendieri delle energie rinnovabili’ – scrivono in un comunicato -, abbiamo avviato una analisi profonda su ciò che sta accadendo. Concordiamo nel definire gravissima la speculazione di cui è oggetto la nostra isola, al centro di una nuova occupazione di servizio, una vera e propria servitù energetica, tesa a garantire enormi profitti alle lobby affaristiche a danno del patrimonio di tutti i sardi. La compromissione del territorio, del suo habitat, delle sue prerogative antropologiche e storiche, non sono che un danno collaterale nel percorso di nuova occupazione che si profila in questi ultimi anni”.
Da qui il confronto sul disegno di legge della giunta regionale guidata da Alessandra Todde, noto come atto di moratoria sui nuovi impianti eolici e fotovoltaici, e sulla necessità di istruire in modo compiuto il suo percorso consiliare, in modo da poter adottare “misure stringenti per la difesa della Sardegna e del suo patrimonio naturale”.
Il Comitato scientifico ha illustrato la gravità della situazione, le criticità, le lacune giuridiche e le soluzioni tecniche necessarie.
Per Sinistra Futura e lo stesso Comitato, “l’attacco che la Sardegna sta subendo compromette in modo irreversibile e inaccettabile il patrimonio storico, culturale, paesaggistico e ambientale della nostra terra” e “la tutela di tale patrimonio non può essere considerata una questione di “parte” ma necessita di una forte e ampia convergenza delle forze politiche e istituzionali”.
Tra le azioni da compiere, il gruppo politico e il Comitato scientifico menzionano “l’estensione del PPR alle zone rurali ed il suo completamento unitario mediante uno specifico atto giuridico della giunta regionale che garantirebbe una visione armonica della pianificazione regionale e della tutela del proprio patrimonio sul suo intero territorio”. Non solo, si richiede anche di “garantire il governo delle autorizzazioni in essere nelle more dell’approvazione dell’atto di estensione del PPR mediante l’adozione dei procedimenti cautelari di cui all’articolo 14 della LR 45/89” e “mobilitare le comunità locali, le associazioni di cittadini, i portatori di interesse etico e le comunità politiche, prima che diventino attuali gli irreversibili danni che deriveranno da una occupazione selvaggia del territorio da parte dei parchi energetici progettati”.
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