Ad un bambino di 4 anni è stato negato l’accesso all’asilo perché “troppo vivace, necessita di molta attenzione e distrae i compagni”. Così le maestre hanno chiesto ai genitori che pagassero un educatore personale.
Una richiesta fortemente discriminatoria, secondo l’avvocata della famiglia. Che ha inviato una diffida ai gestori dell’asilo. Non è bastato: i cancelli per il bambino sono ancora chiusi.
“Si chiede di pagare un’educatrice, ma al bambino non è stata diagnosticata nessuna patologia, non ha una certificazione che ne attesti una qualche disabilità. La famiglia è in attesa di fare una valutazione neuropsichiatrica, ma al momento il bambino risulta senza alcun problema specifico, se non la sua vivacità” ha spiegato l’avvocata all’Ansa.
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