Prima pagina Bomba a Villaspeciosa, scongiurata ipotesi terrorismo: era una vendetta amorosa

Bomba a Villaspeciosa, scongiurata ipotesi terrorismo: era una vendetta amorosa

I dettagli dell'operazione Revenge Bomb illustrati questa mattina in una conferenza stampa alla Questura di Cagliari

Una bomba abbastanza forte da squarciare la carrozzeria di una Fiat Panda a Villaspeciosa. Da questo fatto, avvenuto lo scorso dicembre, è partita l’operazione Revenge Bomb che ha portato all’arresto di tre persone. Un’intimidazione nei confronti del figlio di un ispettore della Digos, colpevole secondo i tre fermati di avere una relazione con la ex di uno dei due giovanissimi.

Le indagini sono state raccontate questa mattina in conferenza stampa presso la Questura di Cagliari dal dirigente della Digos, Antonio Nicolli, e dal questore Rosanna Lavezzaro.

“Nel giro di cinque mesi abbiamo fatto piena luce su questo grave episodio – ha evidenziato Lavezzaro – inizialmente abbiamo lavorato come se fosse un attentato ai danni di un nostro ispettore della Digos, poi si è scoperto che era indirizzato al figlio. Un episodio grave con un ordigno micidiale piazzato sotto l’auto. Abbiamo agito velocemente in stretta sinergia con la Procura”.

I tre, secondo quanto accertato dalla Digos, avevano preso a noleggio un’auto e la notte del 30 novembre hanno lasciato le scritte minacciose al cimitero di Vallermosa contro il comandante della stazione dei carabinieri “responsabile di aver cercato di notificare un atto a uno dei due 21enni”, ha precisato il dirigente della Digos, Antonio Nicolli.

Poi la notte del 2 dicembre hanno preso di mira il figlio dell’ispettore della Digos, che avevano già in precedenza minacciato, facendogli saltare l’auto con un ordigno artigianale. A un’altra ragazza, invece, hanno lasciato sul portone di casa una scritta con gli insulti.

Un 20enne e un 19enne di Decimomannu e Assemini sono, invece, indagati per minacce sempre ai danni del figlio dell’ispettore della Digos. Oggi nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati un tirapugni, una mazza da baseball e i telefoni cellulari degli indagati. Nelle chat social visionate dalla polizia emerge un atteggiamento violento tenuto dal gruppo, con minacce e insulti nei confronti delle ex fidanzate.

I reati contestati sono danneggiamento, fabbricazione o detenzione di materiale esplodente, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, minaccia e diffamazione.

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