Massimo Zedda vuole ridare speranza alla città di Cagliari dopo anni di problemi e grattacapi.
Nella conferenza stampa di presentazione della sua candidatura, l’ex primo cittadino traccia una linea tra ciò che è stata la sua gestione e quella di chi l’ha succeduto, ovvero Paolo Truzzu.
Primo passo fondamentale quello di una costante relazione con la presidenza della Regione, in modo da avere una sintonia totale sugli interventi da fare. E riprendere in mano vecchi progetti rimasti solo sulla carta.
“Pensate cosa significa per la Città Metropolitana la riqualificazione della 554. Avere al fianco la Regione per avere Buoncammino e gli spazi di Calamosca. Con la mia amministrazione, la città è stata riqualificata in toto, salvo l’ex liceo artistico in Castello che noi volevamo dare all’università ma ci sono state diverse difficoltà legate alle risorse disponibili. Quel progetto va ripreso. Ma gli altri spazi sono tutti di proprietà della Regione e dello Stato. La nostra relazione dovrà essere il primo passo”.
Ma non solo. Per Zedda va ripresa la manutenzione ordinaria di tutto ciò che è stato chiuso, lasciato in stato d’abbandono, di degrado.
“Dalle strade ai marciapiedi, ai luoghi di spettacolo e di cultura che sono chiusi, le piscine non adeguate, le scuole che hanno bisogno di interventi. Rispetto al 2011 la città aveva uno sguardo molto rivolto al passato, non guardava alla competizione con le altre realtà. Però non c’erano problemi e grattacapi come oggi. Oggi è sotto gli occhi di tutti che la popolazione è preoccupata“.
E a proposito di preoccupazione, il candidato del centrosinistra elenca quali sono le difficoltà attuali.
“I cantieri non possono essere eterni, i commercianti dei box del Mercato di San Benedetto hanno dubbi sulla riqualificazione dell’area. Non può accadere che la Metropolitana, con un finanziamento ottenuto nel 2006, inizi i lavori nel 2024. Su tanti progetti c’è la necessità di uno sforzo massimo per rendere nuovamente vivibile la città e rasserenare la città dall’insicurezza che viene percepita. La prima cosa che faremo è un dialogo costante per la tutela della città“.
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