L'Intervista Alessandra Zedda: “Porto ai cagliaritani la mia visione di città”

Alessandra Zedda: “Porto ai cagliaritani la mia visione di città”

Il suo volto sta girando la città: in questi giorni sono spuntati diversi manifesti con lo slogan “innamorata di Cagliari”. Al nostro giornale ha raccontato i suoi auspici verso la competizione elettorale

Alessandra Zedda è la candidata del centrodestra alle elezioni comunali di Cagliari 2024. Il suo volto sta girando la città: in questi giorni sono spuntati diversi manifesti con lo slogan “innamorata di Cagliari”.

La sua discesa in campo è stata fonte di divisioni. Se buona parte dei cittadini l’ha accolta bene, non le sono state negate critiche. In particolare da Giuseppe Farris, anch’egli candidato alla carica di primo cittadino. E il Psd’Az si è sganciato dalla coalizione.

La partita è tutta da giocare. In attesa di capire chi schiererà il centrosinistra, Zedda guarda avanti. E dichiara a Cagliaripad i suoi auspici verso le elezioni.

Com’è avvenuta la nomina a candidata sindaca?

Dalla coalizione sono venuti uniti. Quando mi è arrivata la richiesta di una disponibilità era appena finito il tavolo e non c’era stato ancora l’attrito col Psd’Az. Sono una persona che gioca di squadra, dunque credo che dobbiamo superare il problema del Psd’Az. Amo la mia città. Vorrei vedere chiunque altro che viene chiamato col proposito di accrescere il benessere generale, fare di Cagliari una città ancora più bella. Perché Cagliari è bella, vivibile, ma può essere migliorata tantissimo. Sulla base di questa proposta ho detto sì. A parte il Psd’Az, il resto della coalizione è davvero convinta e coesa. Condividono la mia visione della città, fortemente integrata nella città metropolitana, aperta alla Sardegna di cui Cagliari ne è la capitale. È talmente assiomatico il rapporto tra Cagliari e il resto della Sardegna, che vorrei che questo assioma prosegua.

A Cagliari, il centrodestra però non ha raggiunto un buon risultato alle ultime regionali..

Il centrodestra ha non vinto. La coalizione di centrodestra ha avuto la maggior parte dei voti e ha battuto la coalizione dí centrosinistra. C’è stata una differenza solo nei voti dedicati al candidato presidente. E questo dato ha portato alla vittoria Alessandra Todde. Con una legge elettorale discutibile.

Com’è possibile allora ribaltare il vento di centrosinistra che Cagliari sente da diverso tempo?

Oggi la candidata del centrodestra è Alessandra Zedda. Truzzu non è candidato. Basta non fare processi alle intenzioni e evitare di buttare acqua sporca al bambino. Quando si amministra e si governa si fanno cose buone ed errori. L’importante è voler correggere gli errori. Ci deve essere un cambiamento nell’approccio di correzione degli errori. È possibile concedermi una visione personale di città? Questo è il mio ragionamento. Fatto con la coalizione. Che fino a ieri era guidata da Paolo Truzzu. Oggi quel periodo è finito. Ma scusate: se io arrivo in un gruppo dove c’è una idea di città già pronta e apparecchiata, ma perché mi avete cercato?

Il candidato sindaco Giuseppe Farris però parla di continuità tra lei e Truzzu..

È un processo alle intenzioni. Io mi chiamo Alessandra Zedda. E sono la candidata del centrodestra. Non rispondo agli attacchi: ho da pensare a Cagliari. E a quello che devo fare assieme alla squadra di centrodestra. Ad oggi io sono una candidata che ha la volontà di spiegare ai cagliaritani qual è la Cagliari che vogliamo.

La sua figura in città sta uscendo allo scoperto prima del suo eventuale avversario di centrosinistra. Quanto può aiutarla?

È solo un fattore di organizzazione. Non per me, ma per chi decide di scegliere di partecipare con me alla competizione elettorale. Possiamo scegliere per tempo e con convinzione. È un valore aggiunto ma non determinante: io sono a Cagliari dal 1966, anno della mia nascita.

Qual è il suo obiettivo per la sfida elettorale?

Amministrare la città e renderla più bella, più affascinante. Più vogliosa di essere il posto dove tutti vogliono vivere. Per tante ragioni. Questa è la vera sfida: bisogna andare oltre ogni ideologia. La città tutta mette sul campo i bisogni e i sogni. I cittadini capiscono chi è in grado di corrispondere loro il benessere, che deve essere percepito. Mentre lo sviluppo si può comprovare con valori statistici, naturali e fisici, il benessere o lo senti o non ce l’hai. Su quello non si può bluffare. Il rapporto è tra me e i cittadini. Voglio conquistare i cittadini di Cagliari. Al di là dell’appartenenza politica. Superando ideologie e retaggi. Che portano a dire che uno vale l’altro. Spero che i cittadini colgano le differenze. Io vado alla sostanza. Corroborata dalla mia storia politica.

In questi giorni, i cittadini si sono scatenati ironicamente nella possibilità di avere Zedda contro Zedda. Con diversi meme. Cosa la differenzia dall’ex sindaco?

Massimo Zedda è un avversario di valore. Il mio rispetto è doveroso. Riconosco che ci voglia riprovare. Ma da che cosa è spinto? Dal fatto che non ha finito quello che aveva iniziato? Dal fatto che lo ha fatto male?

Ha idea delle prime azioni politiche che vorrebbe mettere in campo nel caso venisse eletta?

Vorrei sfatare un modo di procedere dedicato ai primi 100 giorni. Ricordiamoci che il consenso viene dato per cinque anni. È corretto partire col piede giusto, ma la Cagliari che desidero non si ferma lì. Abbiamo l’esigenza di condividere la nostra idea di città. Lo faremo in maniera concertata. Oggi l’unità della coalizione c’è sul valore del candidato sindaco. Le mie idee vorrei condividerle con la maggioranza e l’assemblea che sarà. Il programma nascerà dall’ascolto dei cittadini.

Nel caso in cui diventi sindaca, andrà a dialogare con la presidente Todde. Che cosa si aspetta?

Credo che il dialogo possa essere leale e costruttivo per il bene di Cagliari. Alessandra Todde è la presidente di tutta la Sardegna. Alessandra Zedda, se sarà sindaco, lo sarà di Cagliari e della Città Metropolitana.

Politicamente a chi si ispira?

Rivendico con orgoglio di essere stata assessore nella prima giunta di Emilio Floris. Quel modo di lavorare, quella idea di città aperta, amata, che parlava di Cagliari capitale del Mediterraneo la porto nel cuore. Un legame c’è. Poi Delogu: io allora ero espressione del Patto Segni, che non lo aveva sostenuto. Ma si è lavorato congiuntamente. Ecco perché nella guida di una città bisogna andare anche oltre le ideologie.

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