Progetto Sardegna non si ferma e, anzi, rilancia. Il movimento politico avviato da Renato Soru è infatti pronto a fare ricorso in Europa per far valere il proprio 8% alle ultime elezioni regionali, percentuale alta ma insufficiente per superare lo sbarramento fissato al 10% per entrare nell’Aula di via Roma.
“Lo sbarramento posto al 10% è usato in maniera strumentale e discriminatoria” scrive Progetto Sardegna in una nota a margine dell’assemblea di ieri a Milis. “La legge elettorale con cui tra pochi mesi andremo a votare per l’elezione del Parlamento europeo prevede una soglia di sbarramento posta al 4% e sta all’interno della regola europea che impone che negli Stati la soglia di sbarramento non possa essere superiore al 5%. Per tale motivo e anche per essere di stimolo al consiglio regionale, si è deciso di esplorare la possibilità di presentare un ricorso alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia europea”.
Intanto all’assemblea “si è deciso di costituire otto comitati promotori che nelle diverse provincie della Sardegna avranno il compito di promuovere l’attività politica e l’adesione dei cittadini e delle cittadine”. E poi “11 gruppi tematici che approfondiranno i diversi temi che hanno caratterizzato la proposta di Progetto Sardegna in campagna elettorale: seconda Autonomia e riforma della Regione, governo del territorio, transizione energetica, transizione digitale, scuola, mobilità, sanità, inclusione sociale, lavoro e impresa, cultura, pace e servitù militari”.
Nei prossimi mesi verrà elaborato il Manifesto politico del movimento che “confermerà la volontà di costruire la casa politica di quanti/e non si riconoscono nella forzatura del bipolarismo nazionale”.
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