Il maestro Nicola Colabianchi, sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, non ci sta agli attacchi subiti di recente sulla gestione dell’ente. In una nota, Colabianchi difende il proprio operato e parla di “campagna denigratoria”.
“I ripetuti e sistematici attacchi intendono fare pressione sull’attuale direzione e gestione del Teatro ma in realtà ricadono, di fatto, sulla bontà del lavoro che ogni giorno svolgono la gran parte dei lavoratori e delle maestranze di questa azienda, che di riflesso subiscono illazioni, calunnie e insinuazioni” scrive il sovrintendente.
“Un’azione denigratoria che ha preso forza proprio all’indomani delle elezioni regionali ed in prossimità delle elezioni comunali solo perché la presidenza è rappresentata, legittimamente, dal sindaco della città come stabilito dallo statuto della Fondazione”.
“Alla direzione del Teatro si imputa una presunta inerzia sindacale quando in realtà, la settimana scorsa, è stato firmato un accordo di produttività, approvato dal Consiglio di Indirizzo e firmato da CGIL, CISL, UIL, FIALS (con la sola esclusione di due sindacati minoritari), che mette a disposizione dei lavoratori 600.000 euro in un anno per incentivare la produttività del Teatro”.
Colabianchi è un fiume in piena. “Si deve dare evidenza, piuttosto, ai tavoli aperti con i rappresentanti sindacali regionali finalizzati a trovare una soluzione definitiva al problema del precariato storico, con il prossimo appuntamento fissato per giovedì 21″.
“In modo strumentale viene disconosciuto o volutamente ignorato, che lo scorso dicembre sono state assunte oltre 40 risorse a tempo indeterminato, secondo le norme vigenti uguali a tutte le fondazioni liriche d’Italia”.
“Al contrario, viene strategicamente e strumentalmente gettato del fango, ipotizzando presunte irregolarità per compensi erogati per lavori straordinari nei confronti di alcuni accreditati professionisti, senza considerare il risparmio delle economie nell’interesse della più accurata gestione della spesa pubblica che ha portato a risanare, in questi anni, i bilanci della Fondazione precedentemente in rosso senza ricorrere alla legge Bray”.
“Volutamente, sempre per meri interessi politici e di parte, non viene dato atto che l’attuale direzione ha superato il durissimo periodo del Covid-19 in maniera esemplare, avendo limitato la cassa integrazione a soli pochi giorni”.
E conclude. “Probabilmente si ha una visione distorta del Teatro Lirico di Cagliari che non deve essere alla mercè delle correnti politiche o dell’interesse del singolo ai fini opportunistici. Principi di lealtà e onestà appartengono all’attuale gestione che ha dato mandato ai legali per valutare, caso per caso, gli estremi per procedere ad iniziative atte, in tutte le sedi, a tutelare la nostra onorabilità e quella di una Istituzione che non può essere più vittima di sciacallaggio con conseguenti danni di immagine e reputazione.”
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