L'Intervista La musica nel destino di Federica Urracci: “Sin da piccola amavo cantare”

La musica nel destino di Federica Urracci: “Sin da piccola amavo cantare”

Dai primi studi fino alle tournée con Bianca Atzei, Natalie Imbruglia e Tony Hadley: la cantante cagliaritana racconta le grandi esperienze della sua carriera

Federica Urracci è una bambina molto speciale. Fin dai primi giorni della sua vita, emerge una passione innata per la musica. “Sin da piccola amavo cantare e non facevo altro che cantare. E per piccola intendo a nemmeno un anno. Nessuno a casa era musicista quindi non avevo nemmeno subito influenze da questo punto di vista”.

Lei allora insegue la musica: il classico percorso nel coro della chiesa e poi, quando capisce di poter diventare una cantante solista, decide di studiare canto presso la Scuola Civica di musica a Cagliari.

Comincia con il clarinetto, ma voleva studiare il sassofono. “Quando feci domanda alla scuola civica di Cagliari mi dissero che dovevo prima fare propedeutica con il clarinetto. Durai pochi anni, poi mi resi conto che la mia passione reale era il canto, quindi feci domanda per il corso”.

Diventare una cantante professionista significa impegno, studio costante, sacrifici e investimenti continui: “Vivere di musica in Sardegna non è facile”, ma lei persevera. Gira le piazze, fa gavetta, impara il mestiere osservando i colleghi.

L’opportunità di lavorare in televisione è stata una delle esperienze più divertenti. Osservare le dinamiche dietro le quinte, muoversi davanti alle telecamere: “Ho conosciuto persone con cui collaboro ancora, tra cui il maestro Francesco Ghiani. Ringrazierò sempre Massimiliano Medda, Gabriele, Chicca e Francesca”.

Le tournée con Bianca Atzei, Natalie Imbruglia e Tony Hadley sono stati momenti cruciali. Aprire i concerti per artisti così rinomati l’ha spinta a dare il meglio di sé.

“Per questioni anagrafiche ricordavo benissimo Natalie Imbruglia e conoscevo Torn, che avevo anche in repertorio. Tony lo conoscevo, ma devo ammettere che sono diventata una sua fan ancora più sfegatata dopo averlo sentito cantare dal vivo. Una volta aperto il concerto andai sotto e lo ascoltai a bocca aperta eseguire Through the barricades e Gold, da allora tra i miei preferiti”.

Federica si ispira a Jennifer Lopez e Elisa. Ammira la loro capacità di fondere canto, ballo e recitazione. Le emozioni dei tour si snocciolano, come la performance davanti a Mogol a Oschiri. Le sue gambe tremano, ma Federica canta con il cuore e lascia un’impressione duratura.

Anche durante le serate più tranquille, trova il modo di emozionarsi e coinvolgere il pubblico. E quelle flop? “Cerco di vivere il live ancora più intensamente, rivolgendomi ancora di più al musicista con cui condivido il live. Ad esempio improvvisiamo di più, ci concentriamo a rendere il tutto ancora più intimo e personale, meno tecnica, insomma, e meno pressione. Certe volte ci siamo stupiti e divertiti da questo tipo di performance che ci hanno svelato altri lati di noi più liberi e più naturali”.

Il suo allenamento quotidiano è studio vocale, esercizi fisici per mantenere il corpo in forma e resistere alle lunghe performance live. Il presente e futuro? Federica pensa a nuovi progetti musicali: “Mi piacerebbe fare qualcosa di mio di inedito sul genere pop. Vedremo!”

Quali pezzi la ispirano? “‘Gli Uomini non cambiano’ di Mia Martini, pezzo struggente che mi spezza il cuore, conoscendo la sua storia. Poi c’è ‘Dancing‘, brano di Elisa tecnicamente difficilissimo, che lei dedicò alla musica stessa”.

Nicola Montisci

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