La Sardegna è stata a Sanremo in tanti modi. Sul palco con Mahmood e i Tenores di Bitti ma anche dietro le quinte con Maria Elena Pes, giovane stilista di Quartu, di 35 anni. Sono stati suoi gli abiti di alcuni ospiti di un talk show “Il salotto delle celebrità” in onda sui social durante la settimana sanremese.
Dietro il suo Sanremo e dietro un anno di belle soddisfazioni tra cui c’è il Festival del Cinema di Venezia – una bella storia di coraggio e imprenditoria che parte da Quartu. Uno sfiancante lavoro dipendente per tanti anni e un sogno di potersi mettere in proprio per poi realizzare quello che è il suo mestiere.
Ha studiato, si è imposta degli obiettivi e ha fatto partire, dal suo piccolo studio di Quartu, un piccolo brand di moda. Era il 2018, lo ha chiamato NinaRey. Anni di gavetta e le soddisfazioni sono poi arrivate: “Ho iniziato a lavorare a Venezia per Festival del Cinema e ho avuto occasione di vestire Raffaella Di Caprio, attrice nel film ‘Le mie ragazze di carta’ Un’altra bella soddisfazione è stato vestire alcune pretendenti Miss Europe Continental”.
Da Venezia a Sanremo ci sono oltre cinquecento chilometri. Maria Elena ha avuto la possibilità di vivere un’altra settimana da sogno, firmando gli abiti indossati da Raffaella Di Capro e Mercedesz Henger, figlia di Eva Henger e Riccardo Schicchi, modella e concorrente dell’Isola dei Famosi.
Il tramite del contatto è stata l’agenzia che ha curato il talk show “Il salotto delle celebrità” girato a Sanremo trasmesso in streaming sui principali canali social.
Abiti, perciò, creati a distanza, con tutti i rischi: “Mercedesz l’ho incontrata solo a Sanremo a differenza di Raffaella che avevo già visto a Venezia. Ho dovuto studiare l’abito cercando di ragionare sulla sua persona ma ancora di più sul suo personaggio televisivo”.
Curiosa la gestazione: “Ti mandano le misure, tu non hai possibilità di fare delle prove e quindi hai il timore che non possano vestire bene o che non siano graditi”. Però, oltre l’agitazione e l’ansia, arriva la soddisfazione: “Quando le ho viste con i miei abiti, dal vivo, a Sanremo e ho ricevuto i complimenti mi sono emozionata!”. C’era tanto di suo in quei modelli: “Ho voluto osare, ho usato tessuti con perline, strass e paillette. Tra l’altro ho un altro abito che non è uscito, un omaggio speciale a Sanremo con un tessuto su motivo floreale”.
Di quella settimana, nonostante non avesse accesso all’Ariston, ne soffre la mancanza: “Lo chiamerei quasi un Mal di Sanremo, anche se quel mal significa vivere giorni faticosi e infiniti. Ma è una sensazione impagabile, stare in quella città, con quel fermento”.
Il suo mestiere, ne è consapevole, sta vivendo un tempo difficile: “Tutti lo legano sempre a persone di una certa età,
La sua professione è una sfida quotidiana in cui ci vuole una grande determinazione e la capacità di tenere a freno la creatività. Ha aperto anche una scuola. La voglia di riscatto vince su ogni ostacolo: “Riuscire a crearsi un mestiere, essere indipendenti. Ci vuole carattere ma anche propensione alla fatica e al lavoro e un po’ di sana testardaggine”. E quando ti sminuiscono? “Dicono che faccia grembiuli. Io sorrido e vado avanti, senza dimenticare da dove sono partita e dove sono, nella mia bella Quartu Sant’Elena!”.
Nicola Montisci
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