Cagliari è tra le prime dieci città italiane con una maggior presenza di polveri sottili Pm10 nell’aria.
Lo conferma il rapporto “Mal’Aria di città 2024” di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane.
Il report, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign, sottolinea che i limiti normativi per lo sforamento del Pm10 sono 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo.
Nonostante i dati del 2023 registrino un miglioramento rispetto all’anno precedente, restano ancora alcune criticità. Se si tengono in considerazione, infatit, i nuovi target al 2030, sarebbero fuorilegge il 69% delle città per Pm10 (fissato a 20 µg/mc per il 2030), l’84% per Pm2.5 (fissato a 10 µg/mc per il 2030) e il 50% per l’No2.
Precisamente, le situazioni più critiche per il Pm10 sarebbero a Padova, Verona e Vicenza (32 µg/mc), seguite da Cremona e Venezia (31), e appena dopo da Cagliari, Brescia, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30).
Stessa situazione anche per il Pm2.5, con i valori più alti a Padova (24 µg/mc) e a Cagliari, che registra un dato medio annuo di 13 µg/mc. Per Legambiente, la concentrazione attuale, in percentuale, dovrebbe diminuire nel capoluogo sardo del 33% per il Pm10 e del 23% per il Pm2.5 per raggiungere i valori normativi che entreranno in vigore dal 2030.
Numeri decisamente inferiori, invece, a Sassari, dove i valori medi annui per il 2023 si attestato a 20 µg/mc per il Pm10 e a 6 µg/mc per il Pm2.5, dunque già in linea con gli obiettivi al 2030.
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