È stata condannata a otto anni di carcere la madre, 40enne residente nel Sassarese, che ha spinto la figlia di 15 anni a prostituirsi con un uomo di 72, in cambio di denaro.
Due giorni fa la sentenza del Tribunale, che ha condannato la donna, accusata di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
L’uomo che si sarebbe approfittato della minorenne, anche lui imputato, è deceduto lo scorso agosto, vittima di un omicidio a Sassari.
I giudici, però, non hanno potuto dichiarare il reato estinto per morte del reo, in quanto non risultava trasmesso – da parte del Comune di Ittiri – il certificato di morte del pensionato. A sua volta il Comune pare che non abbia ancora ricevuto dal medico legale il documento di avvenuto decesso. Da qui il rinvio del processo, limitatamente a questa posizione, al prossimo mese di marzo.
Il pm Maria Paola Asara, al termine della sua discussione, ha chiesto per la madre della 15enne la condanna a dieci anni di carcere.
Era stata lei, secondo l’accusa, ad aver presentato la figlia a quell’uomo, per poi indurla a frequentarlo e ad avere rapporti sessuali con lui in cambio di denaro: circa 50 euro a prestazione. I rapporti sarebbero stati consumati all’interno della macchina e anche in una casa di campagna nell’agro di Ittiri dove il 72enne abitava.
Non solo. La stessa era accusata anche di aver “accettato che la figlia incontrasse per prestazioni a pagamento anche un’altra persona rimasta ignota”.
Da parte sua, il pensionato, prima di essere ucciso, aveva incontrato la sua avvocata, Patrizia Marcori, per strada, alla quale avrebbe detto: “Io non c’entro nulla con quella storia, non vado mica con le minorenni”.
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