Hanno risposto alle domande della giornalista Maria Spigonardo i quattro candidati alla presidenza della Regione Sardegna che oggi si sono presentati insieme davanti alle telecamere della TgR Rai.
Alessandra Todde (Campo largo) ha spiegato di aver scelto di mettere le sue competenze al servizio della Sardegna “perché l’Isola sia la casa per i miei nipoti che vivono fuori”. Renato Soru (Coalizione sarda) ha invece detto di essere tornato alla politica “sconfortato dalla situazione creata dal disastro di questi cinque anni”.
Paolo Truzzu (Centrodestra) ha dichiarato di essersi candidato perché sogna per i sardi “la possibilità di vivere in Sardegna, mettere al mondo dei figli e farli crescere e studiare qui”, mentre Lucia Chessa (Sardigna R-esiste) è conscia di essere l’underdog della competizione: “Questa legge elettorale vergognosa la conosciamo e sappiamo quale sia il destino delle minoranze. Ma portiamo temi come la questione della legalità e il principio di responsabilità”.
Due minuti a testa il tempo che hanno avuto i quattro a disposizione per ogni risposta. I temi toccati sono stati principalmente tre: sanità, trasporti ed energia. Per il primo punto nessuno vuole una grande riforma, ma l’aumento dei medici e degli infermieri è la vera priorità.
Sui trasporti invece si va dal “modello misto con bandi ogni sei mesi” proposto da Todde per la continuità, alla strada del Friuli-Venezia Giulia proposta da Truzzu “col taglio delle tasse aeroportuali”. Per Soru invece bisogna “ripartire dalle leggi europee che ci sono”, mentre Chessa sottolinea come “non sia mai stato così difficile entrare e uscire dalla Sardegna”.
Sull’energia Todde e Soru si dicono favorevoli a una società sarda che partecipi agli investimenti nelle rinnovabili, Truzzu dice di voler ripartire dal “no alle speculazioni e sì al gas a costi competitivi”. Chessa punta il dito contro “il Governo Draghi e il secondo Conte” che “hanno steso il tappeto rosso ai signori del vento”.
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