Contenuti sponsorizzati Cose da sapere prima di scegliere un veicolo elettrico: guida all’acquisto

Cose da sapere prima di scegliere un veicolo elettrico: guida all’acquisto

Arrivano i nuovi incentivi e aumenta la popolarità dei veicoli elettrici. In questo articolo approfondiamo alcune particolarità di questa tipologia di veicoli

Il settore automobilistico sta intensificando notevolmente i propri sforzi per completare nel più breve tempo possibile la transizione verso l’elettrico e una piena sostenibilità. In questo contesto in rapido divenire, anche i consumatori cercano di adattarsi, provando a fare la scelta giusta. Nuovi attori compaiono sul mercato e aumenta la concorrenza, provocando un lento e agognato abbassamento dei prezzi, con gli automobilisti a caccia delle migliori occasioni di risparmio.

Tra queste, un’opportunità è rappresentata da Ovoko, che propone un ricco catalogo di parti di veicolo usate, fra cui i ricambi Mitsubishi, Toyota, Opel, ade esempio, ma è anche la grande qualità del servizio ad accrescere la reputazione del sito. In questo articolo, invece, vediamo quali possono essere buone prassi per l’acquisto di un’auto elettrica.

Valutare attentamente l’autonomia di cui hai bisogno

Sicuramente non si tratta di un calcolo semplice da effettuare: alcuni automobilisti potrebbero aver bisogno di una batteria con autonomia maggiore di quanto credano, per altri potrebbero essere sufficienti anche chilometri in meno. L’autonomia media dei veicoli elettrici attualmente sul mercato è di circa 400 chilometri, mentre la percorrenza media giornaliera dei guidatori è stimata intorno a 55 chilometri. Quando si valuta l’acquisto di un’auto elettrica, però, è bene considerare che i produttori consigliano di caricare la batteria all’80% o al 90% con una certa regolarità, ma anche di non scendere sotto il 10%. Il 100% è consigliabile solo per i viaggi lunghi e questo, in altre parole, vuol dire che per massimizzare la longevità della batteria sarebbe opportuno ridurre l’autonomia stimata circa del 30%. Attenzione anche alle temperature: sotto lo 0°C, l’autonomia cala per la necessità di riscaldare l’abitacolo e, allo stesso modo, la capacità complessiva scende del 5/10% in cinque anni.

Caricare la batteria a casa o su strada non è la stessa cosa

Il tempo che occorre per la ricarica completa di un veicolo elettrico dipende da diversi fattori. Se per i veicoli a benzina la velocità con cui il carburante esce dalla pompa non è rilevante, per gli EV la dimensione della batteria, l’efficienza complessiva del veicolo, il caricatore incorporato e la capacità del caricatore esterno e del circuito elettrico che lo alimenta sono elementi in grado di incidere. Solitamente, la velocità con cui un veicolo elettrico può essere ricaricato viene riassunta in tre livelli: livello 1, livello 2 e ricarica rapida in corrente continua (DC). Le prese di corrente domestiche non sono particolarmente adatte a ricaricare la batteria di un’auto elettrica, perché richiederebbero tempi davvero lunghi. Solitamente, per i veicoli elettrici moderni si raccomanda la ricarica domestica a 240 volt di livello 2. Più potenza (espressa in kilowatt), invece, non è garanzia di una velocità di ricarica superiore, perché essa dipende anche dalle caratteristiche del veicolo.

L’esperienza di guidare un’auto elettrica

Una delle cose che bisogna sapere quando si guida un’auto elettrica è che un motore di questo tipo eroga la sua coppia massima a basse velocità, quindi l’accelerazione è solitamente istantanea. Non c’è la tradizionale trasmissione a marce e non occorre aumentare i giri del motore per scalare le marce e ottenere più potenza. Inoltre, se una tradizionale auto a benzina può utilizzare solo un motore più performante per ottenere più potenza, un veicolo elettrico può anche avere più motori. La trazione integrale tradizionale collega meccanicamente le ruote anteriori e posteriori con un albero di trasmissione, mentre i veicoli elettrici ottengono lo stesso risultato con uno o due motori su ciascun asse.

Pro e contro di un motore aggiuntivo

Ci sono altri aspetti da considerare riguardo riguardo questa peculiarità dei veicoli elettrici. Il motore aggiuntivo, ma anche uno più potente, possono ridurre l’autonomia della batteria nel caso in cui sia la stessa ad alimentarli. Tuttavia, il motore aggiuntivo può contribuire a migliorare la frenata rigenerativa, ovvero quella specifica caratteristica delle auto ibride ed elettriche che sfrutta l’energia sviluppata dalla decelerazione per recuperarla in frenata, con la possibilità di ricaricare la batteria durante la circolazione e migliorare l’efficienza e l’autonomia del veicolo. A differenza di quanto accade nei veicoli a benzina, infatti, i powertrain elettrici sono in grado di operare in entrambe le direzioni e il propulsore elettrico, grazie all’azione del freno, genera energia che va a ricaricare la batteria della vettura. Sebbene la quantità di energia “recuperata” grazie a questa caratteristica degli EV vari moltissimo, il sistema è in grado di sfruttare al meglio la situazione tipica della guida urbana, con frenate molto più frequenti.