Un migliaio di firme per chiedere all’Università di Cagliari di prendere le distanze da Israele e di interrompere tutti i rapporti di collaborazione. Questa la mozione che il Senato accademico si appresta a discutere il 30 gennaio, dove si chiede al rettore Francesco Mola, al direttore Aldo Urru e allo stesso Senato accademico una presa di posizione netta.
I punti principali vertono sulle richieste di “adottare una risoluzione di solidarietà con la popolazione di Gaza e con tutte le vittime civili, condannare le punizioni collettive e l’incessante attacco ai civili, alle istituzioni educative e agli ospedali in quanto beni di carattere civile ovvero non militare, impegnarsi in atti tangibili di solidarietà e partnership con le istituzioni universitarie palestinesi, affermare che per porre fine alla violenza si deve porre fine alla sua causa principale: l’apartheid e l’occupazione israeliana dei territori palestinesi“.
Gli studenti puntano all’interruzione di un “accordo valido fino al 2024 con l’università di Haifa”. Nel frattempo l’Università di Cagliari chiarisce la propria posizione in una nota, ribadendo “con forza e determinazione la sua vocazione di luogo di ricerca, di studio e di alta formazione, un luogo inclusivo dove vengono accolte tutte le componenti della società civile”.
“Pertanto – prosegue Unica – è evidente che nessuna presa di posizione netta possa essere assunta nei confronti di ideologie politiche, né contro né a favore“. La sola posizione dell’Ateneo, dunque, resta “in linea con gli atenei italiani e con la Crui, è di assoluta neutralità e imparzialità”.
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