Dopo aver chiesto insistentemente soldi ai parenti, è stata condannata. Ma questo non la ferma e rinizia daccapo. Virginia Sanjust, ex soubrette della Rai originaria di Teulada, vive in questo loop da tempo a causa di problemi psichiatrici.
Ieri è arrivata la condanna a 14 mesi di carcere da parte del Tribunale con l’accusa di estorsione, avvenuta ai danni della sorella Beatrice nell’ottobre 2022.
Sanjust si trova ora ricoverata in una struttura di salute mentale, in seguito a diversi casi di furto: prima le monetine rubate da un’auto, poi l’estorsione di 10 euro ai danni della nonna, l’attrice Antonietta Lualdi in arte Antonietta De Pascal, scomparsa lo scorso agosto.
“Minacciava di distruggere l’abitazione”, si legge negli atti che descrivono l’ira dell’indagata e la reazione della nonna, asserragliata in camera mentre la nipote distrugge la casa. “E’ vero che ho sfasciato casa di nonna, ma non ho estorto soldi. Ritengo che la mia persona valga più delle case”, si era difesa Sanjust senza convincere però i magistrati.
Ora l’ex volto noto della Rai è stata denunciata dalla sorella, che ha riportato del ricatto della Sanjust: “Dammi i soldi e ti ridò le chiavi”, le avrebbe detto pretendendo 15 euro per restituire le chiavi di casa e della macchina rubate qualche minuto prima. Una dinamica che ha portato alla condanna emessa ieri.
Nel frattempo il figlio 27enne di Virginia Sanjust, Giancarlo Armati, veste anche i panni dell’amministratore di sostegno di sua mamma. “Devo osservare – dice il ragazzo – che mentre c’è da tempo una divisione giudiziale in corso di un patrimonio di consistente entità, alcuni dei co-eredi, in questo caso la sorella Beatrice, pensano di strumentalizzare la giustizia ottenendo la condanna di mia madre e questo al solo scopo di metterla sotto tutela ed estrometterla da qualsiasi tipo di possibilità di partecipare anche lei a tale divisione”.
L’obiettivo, dice il ragazzo, sarebbe quello di estromettere la donna attraverso l’interdizione: “Non parteciperebbe più in alcun modo mentre oggi con l’amministrazione di sostegno lei partecipa: può e deve dire la sua”.
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