Approfondimenti Intelligenza artificiale, un potente ‘frullatore’: “Non bisogna averne paura”

Intelligenza artificiale, un potente ‘frullatore’: “Non bisogna averne paura”

Riccardo De Lisa, docente all’Università di Cagliari, ci racconta che cos'è l'intelligenza artificiale, come viene utilizzata e quali sono gli aspetti pericolosi e quali quelli positivi

L’Intelligenza Artificiale oggi rappresenta una realtà molto potente in tutto il mondo. I dubbi che si porta dietro sono dovuti alle sue diverse possibilità di utilizzo e al suo impatto sul tessuto sociale ed economico.

Riccardo De Lisa, esperto internazionale di economia finanziaria e docente all’Università di Cagliari, ci racconta che cos’è l’intelligenza artificiale. Soprattutto come viene utilizzata e quali sono gli aspetti pericolosi e quali quelli positivi.

Parliamo di intelligenza artificiale. Diversi sostengono che bisogna averne paura. Cosa ne pensa?

Direi proprio di no, non bisogna averne paura. Personalmente, ho molta più paura dell’intelligenza naturale mal applicata. O ancor di più, dell’ignoranza, sotto svariati profili. Non dobbiamo essere ignoranti sull’intelligenza artificiale. Dobbiamo conoscerla, capirne i meccanismi, “digerirla” – per così dire – e gestirla. L’intelligenza artificiale rafforza quella umana e con entrambe si può andare molto avanti nel progresso della conoscenza.

Andiamo un po’ in dettaglio. Cosa è l’intelligenza artificiale e come funziona?

Sul punto, mi permetta una metafora. L’intelligenza artificiale è come un “frullatore”. Un frullatore, però, molto potente, in grado di “frullare” quantità enormi di dati, informazioni di varia natura, immagini che derivare da una molteplicità di fonti. E sulla base di questa grande quantità di dati e informazioni, di “ingredienti”, per così dire, l’intelligenza artificiale riesce a generare dei “frullati” che possono essere molto utili a tante attività economiche, di natura sia privata sia pubblica, dall’economia alla medicina , all’istruzione e cosi via. Peraltro il “frullatore” non è statico ma è dinamico, in grado di apprendere e migliorarsi nel tempo. Più lo si usa e più ampie sono le basi dati, migliori saranno i “frullati”, per così dire. Dobbiamo però ricordarci che il “frullato” sarà buono se gli ingredienti sono buoni e ben combinati tra loro (algoritmi), se invece gli ingredienti sono scadenti, naturalmente, il risultato ne risente.

Nel campo finanziario (che rappresenta il suo campo di lavoro) vi sono applicazioni dell’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale è entrata in modo forte nel comparto finanziario e bancario e sta rivoluzionando il disegno e l’applicazione di svariati processi bancari e anche la fornitura di molti servizi finanziari. Le banche stanno investendo in modo significativo nelle nuove tecnologie. Indagini recenti (Juniper Research) stimano che la spesa globale delle banche si attesterà nel 2024 a oltre 6 miliardi di dollari che arriveranno a 85 miliardi nel 2030, pari a circa tre volte la spesa prevista dalla legge di bilancio del nostro paese per questo anno. Le applicazioni nel campo finanziario sono molteplici. Le banche possono utilizzare l’intelligenza artificiale per valutare il rischio di credito dei prestiti. Si possono sviluppare servizi e prodotti finanziari personalizzati sulla base delle esigenze individuali di determinati clienti, per aumentarne la fidelizzazione, migliorando l’esperienza complessiva del cliente e aumentando la fedeltà o ancora per automatizzare specifici processi bancari. Le applicazioni dell’intelligenza artificiale stanno profileranno di giorno in giorno. Il modo di fare banca sta mutando con progressività. La banca di domani sarà molto diversa da quella di oggi e, soprattutto, di ieri.

Ci sono possono essere degli aspetti pericolosi nello sviluppo applicativo dell’intelligenza artificiale?

Il processo di sviluppo dell’intelligenza artificiale non può essere arrestato ma continuerà in modo esponenziale nell’immediato futuro. Altra cosa è la necessità di gestirne lo sviluppo, regolamentando quelli aspetti che possono essere forieri di danno per l’utenza. Mi riferisco, per esempio, ai casi di manipolazione e di diffusione di informazioni false che possono influenzare processi decisionali dei consumatori e orientarne le loro scelte. Le conseguenze possono essere destabilizzanti. Altro aspetto importante è la privacy degli individui. L’intelligenza può avere accesso a grandi quantità di dati anche sensibili e i in tali casi vi sono essere problemi della tutela della sicurezza dei dati. Questi sono alcuni degli aspetti di pericolosità dell’intelligenza artificiale.
Occorre quindi una regolamentazione adeguata e, a sua volta, molto “intelligente” che sappia ben mitigare i rischi ma senza sopprimere l’evoluzione della tecnologia.

Usate l’intelligenza artificiale all’Università?

Rispondo naturalmente per quanto riguarda le materie di mia competenza, ovvero “banche e finanza”. Abbiamo recentemente inserito l’intelligenza artificiale come strumento integrativo delle nostre ricerche, Vorrei anche sperimentare l’intelligenza artificiale anche a fini didattici nei miei corsi del 2024.

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